Impresa sostenibile del mese
Uno spazio dedicato alle realtà socie e clienti della Banca che si stanno impegnando per uno sviluppo rispettoso della società, delle persone e dell'ambiente
Diamo spazio a tutte quelle best practice aziendali virtuose che contribuiscono - ognuna nel proprio settore - al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda ONU 2030; lo facciamo ogni mese attraverso una video intervista e una breve news dedicate a una realtà imprenditoriale nostra socia o cliente.
L'obiettivo è di far conoscere esperienze concrete del territorio dove operiamo, affinché possano essere replicate anche da altri e, quindi diffondersi, con effetto moltiplicatore.
Con l'appuntamento “Impresa sostenibile del mese”, accanto alle iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione rivolte al territorio, contribuiamo a promuovere tra i nostri stakeholder primari, tra cui anche soci e clienti, il perseguimento di uno sviluppo sostenibile per rispondere agli impegni presi con il nostro Piano di Sostenibilità 2022-2024.
Impresa sostenibile di agosto 2023
Palm Greenpallet® | Viadana (Mn)
Palm Greenpallet® | Viadana (Mn)
Filiera sostenibile, attenzione all’ambiente e alla comunità in cui sono inseriti, un forte investimento sulla formazione e su un modo diverso di fare impresa. Dove tutto, a partire dal design di prodotto, è pensato e realizzato per aver il minor impatto negativo possibile.
Parliamo della Palm di Viadana, dove la pianura padana si tinge di Lombardia e a farla da padrone è il grande fiume.
I pioppi per i pallet della Palm arrivano da queste zone. “Ma noi utilizziamo solo piccole parti equiparabili agli scarti di lavorazione”, precisa Primo Barzoni, attuale ad dell’azienda che ha fondato nel 1980 assieme ai suoi tre fratelli e dove oggi lavora anche il figlio Andrea, che si occupa proprio di sostenibilità.
La Palm è la prima B corp italiana, praticamente da sempre utilizza solo materie prime certificate PEFC e, tra un paio d’anni, metterà sul mercato il primo pallet carbon neutral al mondo.
I pannelli fotovoltaici sui capannoni saranno il prossimo passo per far diventare, entro il 2030, la Palm la prima azienda carbon neurale del settore. Oltre alla razionalizzazione di tutti i processi interni, per recuperare i carbon credit per questo sfidante obiettivo, sarà realizzato anche il Bosco Palm.
Macelleria Agricola Savigni | Pavana
Macelleria Agricola Savigni | Pavana
Nata negli anni Ottanta del secolo come macelleria di paese, l’azienda Savigni nel tempo è cresciuta adattandosi ai cambiamenti di società e agricoltura.
“A metà anni Novanta ci siamo accorti che le materie prime di qualità scarseggiavano e così abbiamo deciso di aprire la nostra azienda agricola”, racconta Niccolò Savigni che a Pavana, primo Comune toscano lungo la Porrettana, nell’alta valle del Reno, assieme alla famiglia oggi gestisce l’omonima Macelleria agricola.
“Dal 2002 siamo certificati bio, oggi alleviamo circa 100 bovini di razza Chianina e 800 maiali di Cinta Senese e nero Sambucano.
Tutti gli animali vivono all’aperto e vengo alimentati con i foraggi coltivati nei campi dell’azienda”.
Nel tempo Savigni ha aperto ben due salumifici che grazie ad un contributo del Pnrr presto saranno alimentati da un impianto fotovoltaico.
Il mercato di riferimento dell’azienda, che vende anche direttamente in alcuni negozi di proprietà, è quello on-line con salami, prosciutti e finocchiona che finiscono anche in Giappone, mercato per il quale la macelleria di Pavana è una delle uniche realtà famigliari ad avere la certificazione.
“Il consumatore responsabile - per Nicolò - è quello che si preoccupa di capire da dove viene quello che mette nel piatto. Oggi va molto di moda Cantine Aperte, per vedere di persona come viene prodotto il vino, una cosa similia andrebbe fatta anche per la carne. Perché - conclude - come vengono trattati e alimentati gli animali si riversa nella qualità di quello che mangiamo”.
FIVE | Bologna
FIVE | Bologna
FIVE, a Bologna, è la fabbrica italiana di veicoli elettrici. Completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, realizzata con un progetto di rigenerazione urbanistica, è la risposta made in Italy alla mobilità leggera del futuro.
A raccontare la genesi, il presente e il futuro di FIVE sono Giorgio Giatti, presidente del gruppo Termal di cui Five è parte integrante e Fabio Giatti, amministratore delegato FIVE.
“Da 40 anni siamo nel settore green”, racconta il presidente del gruppo che nel 2017 ha riportato in Italia una produzione inizialmente fatta in Cina.
Oggi nella fabbrica in zona Roveri si progettano e si assemblano, comprese le batterie, diversi modelli di biciclette elettriche e si commercializzano ciclomotori e veicoli andando a coprire tutti gli ambiti della mobilità elettrica cittadina.
Oltre ad essere sostenibile nel prodotto, la Five è uno dei primi esempi di stabilimento produttivo autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie ad un grande impatto fotovoltaico che serve sia a riscaldamento e raffreddamento ma anche per far funzionare la catena di montaggio.
Inoltre, a completare le caratteristiche sostenibili di tutto il progetto, lo stabile dove ha sede è frutto di una rigenerazione urbana sui capannoni lasciati da un’attività industriale dismessa.
CPR System | Malalbergo (Bo)
CPR System | Malalbergo (Bo)
Stop agli imballaggi usa e getta: riciclare, riparare e riutilizzare. La Cpr System porta i concetti dell’economia circolare nella filiera dell’agroalimentare
Riciclare, riparare e riutilizzare. La via per la Sostenibilità passa senza ombra di dubbio dall’economia circolare i cui capisaldi sono tanto semplici quanto fondamentali per il futuro delle comunità e del territorio.
Regole e concetti che la Cpr System di Malabergo ha ben chiare e che sono diventate il core-business della cooperativa che mette in relazione le diverse società che collaborano alla movimentazione di prodotti agroalimentari.
La Cpr System si occupa della gestione di un sistema integrato di movimentazione di imballaggi, principalmente in materiale plastico, evitando il dramma dell’ “usa e getta” nella filiera agroalimentare.
Ad oggi, la cooperativa ha circa 15 milioni di imballi che effettuano circa 160 milioni di movimentazioni all’anno.
La Cpr System mette a disposizione dei produttori le cassette che serviranno per portare il prodotto (frutta, verdura e altri prodotti alimentari) ai punti vendita, compresa la grande distribuzione.
Un volta utilizzate, le cassette non diventano un rifiuto ma vengono ripotare alla Cpr dove vengono controllate, pulite, eventualmente riparate per poi tornare a disposizione dei produttori.
Ogni cassetta compie almeno 10 cicli completi all’anno e ha una durata media di circa sette anni.
Quando arrivano a fine vita, le cassette non diventano comunque un rifiuto ma, da almeno 10 anni, vengono trasformate in materia prime per la produzione di nuove cassette, alimentando questo circolo virtuoso praticamente all’infinito.
Quest’anno la Cpr ha messo in circolo un nuovo prodotto altrettanto sostenibile: il pallet Noè.
Un pallet non più di legno ma di plastica, realizzato dal materiale di scarto dell’attività di riciclaggio del polo toscano delle cartiere che, una volta entrato nel circuito, verrà utilizzato, recuperato, ricondizionato e rimesso in circolo, anche in questo caso praticamente all’infinto e senza consumo di materie prime.
Azienda Agricola CHIARI | Mirandola (Mo)
Azienda Agricola CHIARI | Mirandola (Mo)
L’azienda Chiari è l’esempio di come l’agricoltura sia decisiva per poter sperare in un futuro più sostenibile.
L’azienda ha due sedi, una a Mirandola, nel modenese (dove c’è la lattazione), e una a Poggio Rusco, in provincia di Mantova. In totale alleva più di mille capi e coltiva oltre 430 ettari di terreno adibiti a foraggio per gli animali.
“Gestire un allevamento di queste dimensioni in un’ottica di sostenibilità significa lavorare in tutti e tre i comparti - stalla, campagna e meccanizzazione - con un’ottica diversa dal passato”, spiega Paul Chiari, che aggiunge come oggi sia decisivo il ruolo degli Istituti di Credito per poter investire sulla transizione.
Il faro è l’economia circolare, dai pannelli fotovoltaici sui capannoni (“per essere autonomi dal punto di vista energetico”) dall’alimentazione degli animali autoprodotte e controllata (“per abbattere l’utilizzo di agenti chimici”) fino allo sfruttamento di letame e liquame delle stalle per produrre energia grazie all’impianto di biogas, evitando pure di disperdere nitrato nell’ambiente.
Un altro caposaldo delle imprese agricole sostenibili è il benessere animale, “per avere una produzione migliore abbattendo l’utilizzo di antibiotici”.
“I nostri campi sono controllati dal satellite così riusciamo a capire esattamente dove e come intervenire riducendo sensibilmente gli interventi - aggiunge Chiari - I nostri mezzi sono tutti euro 6 e pian piano stiamo sostituendo tutte attrezzature con altre alimentate ad energia elettrica”.
L’importante è non fermarsi e anticipare i tempi: “Abbiamo già acquistato circa 40 ettari di terreno che lasceremo a bosco, in modo da compensare le emissioni di co2 della nostra azienda - conclude Chiari - mentre il futuro sarà l’agrifotovoltaico, dove si potrà coltivare accanto ai pannelli aumentando sensibilmente la resa complessiva di campi”.
CAL - Logistica Solidale | Parma
CAL - Logistica Solidale | Parma
Sono quasi diecimila le famiglie in difficoltà che, grazie al Centro Agroalimentare di Parma e alla rete di associazioni di volontariato che partecipa al progetto Logistica Solidale, ricevono ogni settimana frutta fresca e di qualità.
Non materiale di scarto o a fine vita, ma tonnellate di frutta freschissima che non può arrivare sui banchi del mercato e che altrimenti andrebbe buttata.
“Ogni settimana ci sono diverse tonnellate di frutta che per regole di equilibrio dei prezzi non possono essere vendute al mercato - racconta Marco Core, presidente del Cal di Parma, un centro agroalimentare a partecipazione pubblica di 80 mila metro quadri. “Per evitare che questa frutta, buonissima e freschissima, venga buttata abbiamo messo a disposizione di un gruppo di circa 30 associazioni di volontariato cittadine il nostro polo logistico, così da facilitare la raccolta e la distribuzione di quello che settimanalmente andrebbe buttato. Noi ci mettiamo il coordinamento e le strutture, le associazioni la raccolta e il trasporto ai loro assistiti”.
E i produttori? “Da anni esiste una norma europea che garantisce un contributo a chi consegna alle associazioni benefiche la frutta che non può essere commerciata”, spiega Core.
“Da qualche mese un progetto analogo è partito anche a Rimini e stiamo lavorando con la Regione affinché si riesca ad allargare anche ad altre città”- conclude Core.
CoProb | Minerbio
CoProb | Minerbio
Diversificare ed essere sostenibili: questa la ricetta che ha fatto diventare la Coprob di Minerbio leader in Italia nella produzione dello zucchero e capofila di una delle filiere agricole più avanzate d’Europa.
A ripercorrere le tappe di questa scalata è Claudio Gallerani, presidente della cooperativa nata 60 anni fa da una “pazza” idea del senatore Giovanni Bersani che “impegnò la casa per far partire questa avventura”, ricorda con orgoglio cooperativo e un pizzico di commozione.
“Oggi tutti i sottoprodotti della barbabietola vengono valorizzati”, spiega Gallerani, alla guida di Coprob da più di due decadi: “Dalle polpe di barbabietola, che entrano anche nella produzione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, si ricava biogas ed energia; dal melasso, ricercatissimo perché bio, si ricavano lieviti e mangimi; e in futuro dagli scarti di lavorazione faremo anche fertilizzanti ecologici per l’agricoltura”.
La svolta sostenibile di Coprob è partita nel 2012.
In principio fu il biogas, poi si è puntato sulla filiera corta. “Dal 2017, primi in Europa, abbiamo realizzato la bietola biologica e abbiamo iniziato a produrre zucchero grezzo. Poi abbiamo certificato bio tutta la filiera e tracciato digitalmente lo zucchero, dal campo alla tavola.
Quando siamo parti è stata dura, ma oggi è il mercato che ci chiede zucchero italiano e tracciato. Oggi noi non produciamo commodity ma l’ingrediente dolce del Made in Italy.”
E il percorso di Coprob non si ferma qui: “La sostenibilità paga ma non bisogna mai smettere di migliorare”, afferma Gallerani che anticipa: “Presto partiremo con la coltivazione della barbabietola autunnale, per disinnescare i problemi del cambiamento climatico e allo stesso tempo consumare meno risorse”.
E in conclusione parla anche del rapporto con Emil Banca. “È la banca di sistema, e ci è sempre stata accanto - afferma il presidente - Anche nei momenti difficili, dovuti a stress climatici e a una regolamentazione del mercato che ci penalizzava molto.
Oggi è un bel momento, ed è facile per tutti, ma durante le crisi Emil Banca ha fatto la differenza”.
Impresa sostenibile di febbraio 2023
Villa Giulia - Casa residenza per anziani | Pianoro
Villa Giulia - Casa residenza per anziani | Pianoro
Prendersi cura dei propri residenti, dei propri dipendenti e fare qualcosa di buono per il territorio. La filosofia “sostenibile” di Villa Giulia, Casa di risposo, residenza per anziani e centro diurno di Pianoro Vecchio, alle porte di Bologna, è fondata su questi tre solidi pilastri.
“Diamo un senso a ogni momento della giornata dei nostri ospiti, erogando assistenza sanitaria e infermieristica h24, fornendo assistenza fisioterapia e organizzando un’intensa attività di animazione - racconta Ivonne Capelli, amministratrice delegata della struttura che si affaccia sul fiume Savena, ai piedi dell’Appennino a sud della città.
La giornata degli ospiti di Villa Giulia è scandita da una serie di attività, da quelle per la cura di sé come la parrucchiera e il podologo, alla palestra e alla piscina, fino al cinema e a tante altre attività relazionali per tenere in forma anche la mente.
“Durante il Covid - continua Capelli - abbiamo iniziato il progetto “La coperta della nonna”. Utilizzando materiali di recupero, per lo più scarti di lana e tessuti donati dai parenti, i nostri ospiti hanno iniziato a produrre coperte, borse, scialli e altri oggetti della moda ad uncinetto. In questo modo restano in attività e allo stesso tempo fanno qualcosa di buono per il territorio visto che gli oggetti prodotti vengono poi donati alle onlus del territorio per le loro raccolte fondi”.
Ma non solo “ospiti”, per Villa Giulia sostenibilità significa anche prendersi cura dei propri dipendenti.
“I nostri collaboratori hanno uno psicologo sempre a disposizione e, all’interno ad un progetto di wellness aziendale, anche la possibilità di andare in palestra a costo zero, con un coach dedicato, direttamente sul posto di lavoro, ad inizio o a fine turno”
L'imprenditore sostenibile di dicembre
Società Agricola Trevisi | Novi di Modena
Società Agricola Trevisi | Novi di Modena
Pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni per sfruttare l’energia del sole, un impianto a biogas per produrre elettricità anche dai reflui dell’allevamento e tutto attorno 160 ettari di terreno da cui deriva la quasi totalità del foraggio per circa 500 capi di bestiame (di cui 280 in lattazione) ospitati all’interno di stalle quasi completamente automatizzate.
Siamo a Novi, in piena Pianura Padana, dove la provincia di Modena si intreccia con quella reggiana e si perde in quella mantovana. Qui, una ventina di anni fa, i fratelli Trevisi hanno dato vita a una delle aziende agricole più sostenibili all’interno del mondo Emil Banca.
L’azienda, che produce latte per il Parmigiano Reggiano, qualche anno fa è stata anche premiata da Legambiente come caso eccellente di produttività e sostenibilità ambientale, “coniugando produzione di energia rinnovabile, sviluppo e innovazione nelle produzioni agroalimentari e grandi benefici ambientali, grazie all’applicazione del modello CIB del Biogasfattobene”.
“Quando siamo partiti ci siamo messi a studiare, poi abbiamo agito di conseguenza”, racconta Marco, accanto al figlio Francesco che sarà il futuro dell’attività di famiglia.
Oltre a investire su risparmio energetico e filiera corta e controllata, Trevisi ha puntato molto sul benessere animale: “Perché - ammette - trattare bene gli animali significa portare a casa più reddito”.
Per questo nelle stalle l’alimentazione è totalmente automatizzata, con un controllo quasi maniacale su quello che mangiano gli animali, e dagli altoparlanti viene diffusa musica classica.
Il segreto di questo successo sta anche nell’aver incontrato professionisti che hanno capito e incoraggiato il loro percorso.
“Difficile spiegare a uno di Milano che le mie vacche hanno bisogno della musica per stare meglio - racconta - mentre con gli istituti di credito locali, con professionisti che conoscono quello di cui parliamo, che puntano come noi alla sostenibilità e che magari ci vengono a trovare in azienda, è tutto più facile”.
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