Banca
10/10/2022
I 120 anni della Cassa di Molinella

Domenica 9 ottobre la festa per il compleanno di una delle più antiche cooperative di credito da cui è nata Emil Banca 

Il 26 ottobre del 1899 nella canonica di una chiesina in piazza delle Erbe, con un capitale di 15 lire versato dai 15 soci fondatori, nasceva la cassa Cassa Rurale di Prestiti di Molinella e Marmorta, una delle 19 realtà che nel corso di oltre un secolo di attività, unendosi, hanno dato vita all’attuale Emil Banca, una delle Bcc più grandi d’Italia, che oggi può contare su oltre 54 mila soci, 97 filiali presenti in tutta l’Emilia, e un capitale sociale salito, in 120 anni di storia, fino a 105 milioni di euro.

Domenica 9 ottobre, i soci Emil Banca di Molinella hanno festeggiato (anche se con tre anni di ritardo causa Covid) il 120esimo compleanno della loro cooperativa di credito che in questo periodo è cresciuta, si è modernizzata ma non ha perso i valori e il carattere della fine dell’800. Figlia dello sviluppo del movimento nato dalle idee Friedrich Raiffeisen e portato in Italia da Leone Wollemborg e Don Luigi Cerruti, la “Cassa” di Molinella, come le altre che in quegli anni hanno aperto all’ombre di tanti campanili di tutto il Paese, è nata per affrancare dalla povertà le classi subalterne, consentendo anche alle comunità più povere di crescere e svilupparsi mettendo assieme forze e risorse. 

A Villa La Malvezza, alla presenza, tra gli altri, del presidente Emil Banca, Graziano Massa, del direttore generale, Daniele Ravaglia, e del referente del locale comitato soci, Cristina Bottoni, è stato presentato il volume di Lorenzo Benassi Roversi che ripercorre oltre un secolo di vita della “Cassa”. 

LA STORIA DELLA CASSA DALL’800 A EMIL BANCA

Il libro parte proprio da quel giovedì di 120 anni fa quando Don Angelo Galassi, parroco di Marmorta, fu indicato come presidente della “Cassa”.

Anno dopo anno, bilancio dopo bilancio, consiglio dopo consiglio, nel volume viene raccontata la storia di come la “Cassa” si è evoluta e dei soci che nel tempo hanno permesso affinché diventasse ciò che è oggi. 

Già nel nel 1912 i soci arrivarono ad essere più di 170. Prima la guerra e poi il biennio rosso, in una terra dove i socialisti era sopra al 90 per cento, non ebbero effetti negativi sulla cassa che continuò a crescere, aiutando la comunità ad affrancarsi da povertà e usura. 

L’azione del regime fascista non risparmiò le strutture centrali del mondo cooperativo ma la “Cassa” superò anche quel periodo nero, anche se durante il ventennio lo sviluppo fu molto ridotto. Un momento di stagnazione che continuò anche nel secondo dopoguerra e che terminò solo con l’inizio degli anni Sessanta. 

Nell’aprile del 1973 un altro momento importante, con l’inaugurazione della nuova (ed attuale) sede e della Cassa, proprio di fronte alla torre civica del paese. Gli anni Settanta segnano anche l’inizio del periodo delle fusioni. Prima, nel 1971, con la Cassa di San Martino in Argine, poi, nel 1978, con la cassa di Baricella. Questa nuova realtà, prese il nome di Cassa Rurale e Artigiana della Pianura Bolognese.

Nel ’93, con la riforma bancaria, le casse diventarono Bcc e nel ’96, con la fusione con la Cassa di San Sisto, nacque CrediBo nella quale, nel 2001, confluì anche la Bcc di Minerbio. Nel 2008, e siamo ai giorni nostri, CrediBo si unì all’allora Emil Banca, che aveva seguito un percorso simile, aggregando diverse cooperative di credito di Pianura e Appennino. Quella fusione diede vita ad una BCC con un territorio di operatività di ben 87 Comuni (57 Emil Banca, 30 Credibo) e di una rete di 49 filiali con un organico composto di 475 dipendenti e più di 4 miliardi di euro di mezzi amministrati e 17 mila soci.

Più recenti invece le fusioni con il Banco Emiliano di Reggio Emilia, con la Bcc di Vergato e quella di Parma. Lo scorso anno, l’acquisizione di 9 filiali da una consorella piacentina hanno concorso a creare la più grande Banca di Credito Cooperativo della regione.